Skip to main content

The Disruptive Strategist - Le insidie della retribuzione in azioni nelle fasi di recessione

Dopo essere salita alla ribalta alla metà degli anni ‘70, la retribuzione del personale basata su azioni veniva considerata una gallina dalle uova d’oro. Pieran Maru di GAM Investments spiega per quale motivo oggi c’è più cautela nei confronti dei piani di remunerazione basati su azioni e passa in rassegna alcune delle insidie che comportano.

30 agosto 2022

Clicca qui per visualizzare la newsletter integrale Disruptive Strategist. (Solo in EN)

La retribuzione in azioni consente alle aziende di reinvestire la massima liquidità nella crescita, attirando e fidelizzando personale di talento nell’ottica dei guadagni derivanti dal rialzo futuro del prezzo delle azioni. Secondo il National Center for Employment Ownership, nel 1990 erano meno di 1 milione i collaboratori che ricevevano stock option, mentre nel 2000 la cifra era salita a circa 10 milioni. Nonostante le ripercussioni negative della bolla delle dot-com e le nuove norme contabili introdotte nel 2006, che prevedono che le società registrino la retribuzione basata su azioni come un costo, questo sistema ha continuato ad attirare interesse e quasi tutte le società quotate oggi hanno un piano di questo tipo.

Ma allora perché oggi dobbiamo essere più cauti? Mentre la retribuzione in azioni avvicina dipendente e datore di lavoro, la flessione del prezzo azionario e quindi del valore della retribuzione basata su azioni può avere effetti negativi, in particolare a fronte dell’attuale aumento del costo della vita. In un mercato dove la domanda di specialisti nel settore software è estremamente alta, probabilmente il turnover dei dipendenti aumenta e, di conseguenza, i datori di lavori sono incentivati ad aumentare la percentuale dei pagamenti in contanti per assumere o fidelizzare il personale. Un aumento dei pagamenti liquidi incide negativamente sui margini, sull’utile per azione e sul free cash flow, mentre l’offerta di una retribuzione aggiuntiva in azioni per incentivare i dipendenti alla fine diluisce il valore per gli azionisti.

La retribuzione in azioni può avere forme diverse. Le più comuni sono le stock option e le azioni vincolate (o RSU). Le stock option danno al dipendente il diritto di acquistare azioni a un prezzo fissato il giorno in cui vengono concesse le opzioni. Il dipendente ha quindi un periodo di tempo predefinito per esercitare le opzioni, spesso un anno dopo la data di concessione. Per le RSU invece, il dipendente riceve un’azione che matura nel corso del tempo. Le azioni vincolate sono in genere considerate un’opzione migliore per il dipendente poiché non prevedono un pagamento in contanti all’emissione.

La Figura 1 mostra la diffusione del sistema di retribuzione in azioni non solo tra le società di software in forte crescita, come Snowflake, dove questi compensi rappresentano circa il 50% dei ricavi, ma anche tra titoli value come Cisco, dove la retribuzione in azioni raggiunge livelli a doppia cifra. Ciò evidenzia la rilevanza di questi piani nel mercato del software.

 

 
Figura 1: La retribuzione in azioni in percentuale dei ricavi varia moltissimo ed è assai meno utilizzata nel caso dei titoli value (Fonte: Bernstein)

Nel complesso, i piani di retribuzione in azioni continuano a essere parte integrante delle società del settore software in forte crescita. Crediamo però che le aziende inizieranno a limitarne l’utilizzo. In previsione di una possibile recessione economica, diverse large cap del settore tecnologico hanno già annunciato che rallenteranno o sospenderanno le assunzioni e questo, a sua volta, dovrebbe rallentare anche la crescita dei piani di retribuzione basati su azioni.

Informazioni importanti
Le informazioni contenute in questo documento hanno unicamente fine informativo e non vanno considerate come una consulenza di investimento. Le opinioni e le valutazioni contenute in questo documento possono cambiare e riflettono il punto di vista di GAM nell’attuale scenario economico. Non siamo responsabili dell’accuratezza e della completezza delle informazioni contenute nel presente documento. I rendimenti passati non sono indicativi di rendimenti futuri così come di presenti o futuri trend. Gli strumenti finanziari menzionati sono riportati unicamente a scopo di esempio e non vanno considerati un’offerta diretta, una raccomandazione o un consiglio di investimento. I titoli indicati sono stati selezionati da un universo di titoli coperti dai portfolio manager per far meglio comprendere al lettore i temi presentati e non fanno necessariamente parte di un portafoglio e non rappresentano un suggerimento di investimento da parte dei portfolio manager. Non si rilascia alcuna garanzia che le previsioni saranno rispettate.

Articoli correlati

Quando la diversificazione è smart: il ruolo delle azioni europee per ridurre la concentrazione del portafoglio

Niall Gallagher

I trend del mercato del lusso a Hong Kong e Shanghai

Flavio Cereda

Perché tutti si sbagliano sull'economia USA

Julian Howard

Opinioni d'investimento